Che cosa si intende per benessere dell’organismo
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il benessere consiste in uno stato fisico e psichico di buona salute, che contribuisce a garantire un’ideale integrazione dell’individuo nella società.
Benessere non è sinonimo di salute, ma è un concetto che è collegato strettamente alla funzionalità ottimale degli apparati dell’organismo.
Infatti, senza benessere non c’è salute, così come senza salute non c’è benessere.
L’obiettivo di ogni persona dovrebbe essere quello di favorire le migliori condizioni affinché tutti gli organi funzionino bene, senza consumare troppa energia, dato che il lavoro compiuto dall’organismo per le varie funzioni (respirazione, circolazione, digestione, escrezione e controllo nervoso) necessariamente consuma una certa quantità di energia.
Per garantire condizioni ottimali di buona salute è opportuno curare particolarmente l’alimentazione, assicurando l’introduzione di tutti gli elementi dietetici fondamentali comprendenti proteine, lipidi, carboidrati, vitamine e sali minerali, accompagnati da un’adeguata quantità di acqua (non meno di due litri al giorno).
Il benessere dell’individuo non dipende unicamente da una corretta funzionalità degli organi, ma anche dal loro controllo sia da parte del sistema nervoso sia da parte di quello endocrino, che rappresentano i due poli regolatori di ogni azione, sia fisica che psichica.
Bisogna infine ricordare che la componente psicoemotiva dell’individuo svolge un ruolo di primaria importanza dato che molti disturbi sono di natura psicosomatica.

7 valori da tenere sotto controllo
Per potersi prendere cura della propria salute è opportuno tenere sotto controllo 7 valori che indicano con grande precisione lo stato di funzionalità dell’organismo. Una giusta informazione in questo senso può aiutare a prevenire numerose patologie che in alcuni casi non danno sintomi nelle loro fasi iniziali.
1. Pressione sanguigna
Il primo valore da tenere sotto controllo è quello della pressione sanguigna, che in condizioni fisiologiche deve essere compresa tra 120-130 mmHg per la massima sistolica e 70-80 mmHg per la minima diastolica.
Secondo numerose ricerche scientifiche, l’ipertensione viene considerata un killer silenzioso, proprio perché pur causando danni di grave entità, non provoca nessun sintomo, per lo meno nelle fasi iniziali, e quindi non è facilmente diagnosticabile.
Sarebbe buona norma provarsi la pressione almeno una volta alla settimana sempre alla stessa ora (preferibilmente al mattino appena svegli) e riportare i valori su una tabella per analizzare l’andamento delle sue eventuali oscillazioni.
2. Colesterolo
Il valore di colesterolo nel sangue deve essere contenuto al di sotto di 200 mg su ml, per garantire una corretta funzionalità circolatoria. Trattandosi di una molecola lipidica, il colesterolo non è in grado di sciogliersi nel sangue, se non legato a lipoproteine. Esistono due diverse tipologie di tali proteine trasportatrici, denominate rispettivamente a bassa densità (LDL) e ad alta densità (HDL).
La frazione di colesterolo trasportata dalle HDL viene considerata vantaggiosa per l’organismo in quanto funziona come spazzino delle arterie. Al contrario la frazione LDL rappresenta la quota pericolosa del colesterolo ematico in quanto tende a legarsi alla parete vasale contribuendo a formare le temutissime placche ateromatose.
Il colesterolo HDL deve essere sempre superiore a 60 mg su ml, quello LDL deve invece avere valori inferiori a 100 mg su ml.
Per mantenersi in buona salute è quindi indispensabile monitorare i valori sia del colesterolo totale (< 200 mg sul ml) sia di quello HDL (> 60 mg su ml) che si quello LDL (< 100 mg su ml).
3. TSH
Il TSH (ormone tireotropo) è una sostanza sintetizzata dall’ipofisi, il cui compito è quello di controllare la funzionalità della tiroide, una ghiandola endocrina che supervisiona tutte le funzioni metaboliche dell’organismo. I livelli fisiologici di TSH non devono superare 6 milliunità per ogni litro di sangue; un valore superiore a questa soglia indica che la tiroide non funziona bene e quindi si parla di ipotiroidismo. Infatti il TSH aumenta per stimolare la tiroide non perfettamente attiva.
4. Glicemia
Un valore importantissimo da tenere sotto controllo è quello della concentrazione di zuccheri nel sangue, che non deve superare la soglia di 100-120 mg su ml. Il controllo del metabolismo glucidico dipende dalla presenza di insulina che è un ormone prodotto dalla porzione endocrina del pancreas. Se la glicemia supera il valore fisiologico, si parla di iperglicemia che nei casi più gravi può evolvere in diabete mellito, una patologia dismetabolica cronica piuttosto grave.
Nel caso opposto, quando la concentrazione glicemica è inferiore a 100 mg su ml, si parla di ipoglicemia, un disturbo meno grave del diabete ma che comunque comporta conseguenze di notevole importanza sul benessere dell’organismo.
Per evitare i pericolosi picchi glicemici, è molto importante controllare adeguatamente il regime dietetico, cercando di evitare un surplus di alimenti ricchi di zuccheri che, anche negli individui sani, comporta numerose conseguenze.
5. Densità ossea
Il metabolismo delle ossa è strettamente collegato alla concentrazione di calcio e di vitamina D, il cui metabolismo subisce un rallentamento a partire dai trenta anni di età. Infatti da questo momento il minerale viene captato dagli osteoblasti (cellule costitutive del tessuto osseo) con un’intensità progressivamente calante, fino ad arrivare all’età del climaterio, intorno a cinquanta anni, quando non viene più captato per nulla.
Con l’avanzare dell’età, questa diminuzione deve essere compensata con l’introduzione di calcio esogeno, sia tramite l’alimentazione che assumendo integratori multiminerali.
Per evitare il rischio di osteoporosi è quindi necessario tenere sotto controllo l’indice di densità minerale delle ossa, per intervenire prontamente quando la concentrazione del calcio incomincia a diminuire.
6. Circonferenza dell’addome
Un addome troppo largo non implica soltanto problematiche di tipo estetico, ma anche di tipo salutare.
Infatti molte malattie dismetaboliche si manifestano proprio con un esagerato accumulo di adipociti a livello dei fianchi. Gli indici di riferimento sono 80 centimetri per la donna, 90 centimetri per l’uomo.
Al di sopra di questi valori si sospetta la predisposizione a sviluppare patologie come diabete, ipercolesterolemia e disturbi dell’apparato cardiovascolare.
Nel caso in cui la misura della circonferenza dell’addome sia superiore a quella dei valori soglia, è consigliabile incominciare a modificare la propria dieta, eliminando gli alimenti ricchi di grassi e di zuccheri, e privilegiando quelli proteici.
Inoltre sarebbe buona norma effettuare un check-up ematico con particolare riguardo alla valutazione della glicemia, della colesterolemia e della concentrazione dei trigliceridi, che rappresentano altrettante spie di disturbi del metabolismo.
7. Indice di Massa Corporea
Un indice di fondamentale importanza per valutare lo stato di salute di un individuo è quello della massa corporea (IMC). Tale valore risulta molto più preciso della semplice rilevazione del peso, poiché tiene conto di numerose variabili collegate al metabolismo totale.
A seconda della loro costituzione, gli individui si distinguono in tre grandi categorie:
– sottopeso;
– normopeso;
– sovrappeso.
Il primo gruppo comprende persone il cui indice di massa corporea è inferiore a 16,5 e che pertanto pesano troppo poco rispetto alla loro conformazione fisica.
Il secondo gruppo comprende individui con massa corporea tra 16,5 e 18,5. In questo caso il peso corrisponde al valore ideale calcolato in base alla conformazione fisica del corpo.
Il terzo gruppo riunisce individui caratterizzati da un indice di massa corporea compreso tra 18,5 e 25, per i quali è presente una condizione di accumulo di pannicoli adiposi.
Oltre a queste tre categorie, vi è poi quella dei soggetti obesi, il cui indice di massa corporea è compreso tra 30 e 40. Si tratta di persone ad elevato rischio cardiovascolare, molto spesso diabetiche e con grossi problemi legati al metabolismo di trigliceridi e colesterolo.
Da questi dati si deduce che l’indice di massa corporea è un valore biometrico di fondamentale importanza per indicare lo stato di salute del soggetto. Esso si ottiene calcolando il peso corporeo espresso in chili diviso l’altezza espressa in metri elevata al quadrato.
Analizzando questo indice, si può avere una panoramica molto indicativa dello stato di salute, sia per quanto riguarda la prevenzione della maggior parte delle malattie metaboliche, sia in caso sia necessario effettuare una terapia di supporto.
Lascia un commento